lunedì 1 settembre 2014

Svelando la mia vera età
mischiando le carte
studiando allora il mio nemico
( Elogio della follia )
Tienimi buono
perché io sono una rarità
io sono affetto da mosaicismo
e mi viene spiegato
da più persone
sia una spiccata qualità
e non cercare subito di punirmi
adottando pratiche tipo di ostracismo
non cercare modi per indebolirmi
perché ora
che finalmente sono giunto in vetta
non credo vorrò mollare la presa
con così tanta fretta
La verità ora ufficialmente qui dimora
dentro il petto che l’anima mi accora
ma che in un certo qual senso
anche mi addolora
perché lontano mi porta
dalla tua dichiarata svolta
di vitaccia all’ombra del Duomo
ed infatti alla soglia
dall’esser certificato
nuovo uomo
mi volgo al ciò che eravamo
perché effettivamente
ancora sento il richiamo
seppur incerto e lontano
di una voce che dice

allettiamo
ripuliamo
nasciamo
consideriamo
promettiamo
obliamo
pulsiamo
manifestiamo
propendiamo
serbiamo
inebriamo
pronunciamo
fluiamo
redimiamo
tessiamo
vibriamo
leniamo
( simbolismo del numero 17 =
Diciassette ripristina l'armonia dopo le lotte dell'esistenza.
E’ l'immagine dell'iniziato che è riuscito nel suo matrimonio interiore )

Metabolismo che sta invecchiando
ma tutto sommato
sgommo ancora bene
e non sarà un canto delle sirene
a far morire il mio amore
non saranno le pene
per un pezzo di carne
a farmi tirare il pensiero
in faccia ad un casuale incontro
che manco a farlo apposta
si vorrebbe impossessare
delle mie nozioni di base
Grande rammarico
il mio parlare con stile antico
svelando la mia vera età
mischiando le carte
studiando allora il mio nemico
( per rivalutare il mio apparire così troppo buono !)
descrivendomi al bar come scrittore mitico
( almeno così farò un poco ridere !)
sorseggiando banalità
( in incredibili quantità )
proseguo il mio dire senza arte né parte
( ma quando il mio dire parte
chissà perché ma più non ritorna alla casa madre! )
Io leggo fino all'una di notte
Io lego un filo con un nodo
per ricordare di non dimenticare
che ho ancora troppe vincoli da svincolare
da sbloccare certi meccanismi di comodo
che non smuovono il mio corpo
da questo letto e cosa peggiore
il fatto che non ammetto le vie di mezzo
e non trovo soluzione alcuna
Non passa il cammello dalla cruna
del mio ago della bilancia
e ti sento sempre nella pancia
perché nessuno potrà mai
prendersi carico di questa mia abiotica pena
nessuna nuova rotta
nel deserto della speranza mia
ha ancora trovato le coordinate
della mia poetica vena
che in circolare lento esitare
stanno per natura corrotta
ad attendere l'avvenuta
consegna della tua bestialità autodistrutta
Una zanzara disturba
Il mio notturno pensare
procura dolore nel cuore
questo mare mosso nel letto
che è dispetto
alla mia ricerca interiore
di felicità terrena
o perlomeno
sopravvivenza serena
miseramente umana peculiarità
strano misto di rassegnazione e falsità
ma apparentemente necessaria
come l’aria
che respiro
che sto ancora vivendo
in questo sognare
gemendo
nel bramare amore
per una prossima estate
Ed il mio freddo sudare
diviene allora
naturale paura di peccare
di sapere già come andrà a finire
( idiota cervello sopraffino!)
per il quantificato risultato
dell’essere errato
per umana traballante natura
per mia stessa congiura
d’amante scellerato
dal dna del tutto sbagliato!
“La potenza della parola nei riguardi delle cose dell'anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi delle cose del corpo.”
Gorgia
con Simona Fedele

Nessun commento:

Posta un commento